lunedì 9 marzo 2009

Il grande inganno dei 18 miliardi per i ponte di Messina

Ma dove è l'informazione?

Il Cipe vara un’operazione di riprogrammazione dei fondi che viene venduta alla pubblica opinione come una nuovo grande stanziamento anticrisi e tutti fanno finta di crederci. Mentre è facile dimostrare che dietro c’è ben altro

Venghino signore e signori! Il governo italiano, al contrario di quanto affermano disfattisti e detrattori, non dorme! Contro la crisi, dopo la scienza dell’accordo sugli ammortizzatori sociali, arriva la fantascienza del piano di investimenti varato dal Cipe nella riunione del 6 marzo! Una montagna di “stanziamenti“, secondo gran parte dell’informazione italiana, per dare un calcio alla crisi. Ci raccontano che Berlusconi faceva l’intrattenitore nella navi da crociera cantando canzoni e Tremonti era un commercialista a Sondrio. Ma devono avere fatto, anche se non l’hanno mai confessato, i prestigiatori. Come Silvan, il mago Otelma o David Copperfield.

GIOCHI DI PRESTIGIO - Secondo quanto sbandierato dal governo - e fedelmente riportato da quasi tutti gli organi di informazione - il Cipe nella seduta del 6 marzo avrebbe varato un piano di investimenti in infrastrutture, aiuti alle imprese e, dopo l’accordo di qualche giorno fa con le Regioni italiane, per gli ammortizzatori sociali. Secondo Berlusconi e i Tg, “uno stanziamento di 18 miliardi di euro in infrastrutture e ammortizzatori sociali”. Ma se - senza fare chissà quali ricerche - qualcuno si prendeva il disturbo di leggere i documenti ufficiali e i comunicati stampa, o anche semplicemente l’agenzia Ansa si sarebbe accorto che qualcosa non quadra, e che questi più che provvedimenti anti crisi sembrano giochi di prestigio.

IL COMUNICATO STAMPA DEL GOVERNO E DEL CIPE - Leggiamo il verbale d’esito della riunione del Cipe, consultabile on line, o meglio ancora direttamente il comunicato stampa del Governo (anch’esso disponibile on line). Il CIPE ha in primo luogo aggiornato la dotazione del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS), di competenza nazionale e regionale, pari a 45 miliardi di euro. La parola aggiornato va letta ricordando quanto era la dotazione iniziale del FAS. Non bisogna consultare l’oracolo di Delfi, basta leggere la Delibera CIPE n.166 del 21 dicembre 2007 (anche questa on line) e si scopre che la dotazione del FAS prevista dal governo Prodi era di 63 miliardi di euro. Quindi aggiornamento significa taglio. Quei soldi il governo li ha già “rubatial FAS per finanziarci l’abolizione dell’ICI, la cordata italiana dell’Alitalia, la social card, il decreto anticrisi, un pezzo di ammortizzatori sociali e altre belle pensate di questi mesi, come qualcuno aveva già anticipato. Il comunicato stampa prosegue, spiegando che “il FAS di competenza nazionale è stato così ripartito: al Fondo sociale per l’occupazione sono stati destinati 4 miliardi di euro; al Fondo Infrastrutture 5 miliardi di euro; al Fondo strategico per il Paese a sostegno dell’economia reale (istituito presso la Presidenza del Consiglio) 9 miliardi di euro. Di questi ultimi 400 milioni per interventi urgenti relativi al G8 e all’emergenza rifiuti nella Regione Campania (termovalorizzatore di Acerra). Prendiamo una calcolatrice: 4 + 5 + 9 = 18 miliardi di euro. Non si tratta quindi di uno stanziamento aggiuntivo, ma di una semplice ridestinazione di risorse già previste in bilancio.

FAS O PIGNATTINO DELL’ACQUA SANTA - Quindi il governo ha preso le risorse previste dal Quadro Strategico nazionale (QSN) approvato dal precedente governo (e da Bruxelles), ne ha già tolte nei mesi scorsi una parte consistente per finanziare le stupidaggini promesse in campagna elettorale da Berlusconi e per tamponare in qualche modo la crisi economica. Di quello che restava, ha lasciato la parte prevista alle Regioni e ha completamente azzerato le programmazioni previste da tutti i ministeri (Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Istruzione, Giustizia) per destinarle ad alcune grandi opere strategiche (il Ponte sullo stretto di Messina, il Mose di Venezia, alcuni nodi stradali particolarmente importanti), aggiungendo anche 4 miliardi alle risorse già “scippate“qualche settimana fa al Fondo Sociale Europeo con l’accordo sugli ammortizzatori sociali. Si è salvato solo il ministero delle Infrastrutture (e infatti, Matteoli gongola). Il più penalizzato è il Ministero per lo sviluppo economico, che si è visto togliere le risorse per finanziare i programmi di sostegno alle imprese.

LO SCAJOLA FURIOSO - E’ la decisione più importante del Cipe del 6 marzo: costituire ex novo un Fondo strategico a sostegno dell’economia reale e quindi delle imprese, presso la presidenza del Consiglio dei ministri per un importo di 9 miliardi di euro. Non sono nuove risorse ma la rassegnazione di una parte del Fas (Fondo aree sottoutilizzate) inizialmente assegnata a singoli ministeri attraverso i “Programmi operativi nazionali” (PON). Ora finisce tutto sotto un’unica regia (Berlusconi) e il ministero che perde maggiori margini di autonomia è lo Sviluppo economico. Il ministro Claudio Scajola, secondo quanto poi ricostruito, non è stato felicissimo. Prima ha litigato con Gianni Letta nel corso della riunione pre-Cipe, poi con Tremonti (sponsor di quest’operazione) e infine ha lasciato Palazzo Chigi senza partecipare al Consiglio dei ministri.

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